
Antonella Aversa

Nata a Roma nel 1965 dove vive e lavora. Diplomata al Liceo Artistico , prosegue gli studi all'’Università presso la Facoltà di Lettere con indirizzo in Storia dell’Arte Contemporanea. Dall’86 ha partecipato a varie iniziative del Comune di Roma per interventi sul territorio, “Vivi le rive” lungotevere Pietra Papa, ”Al Quantara ” lungotevere degli artigiani, “Il montarozzo” piazzale dei Quattro venti. Dal ’94 ha tenuto mostre personali ( Museo Archeologico di Ventotene (LT), Il Brandale di Savona, La galleria Luigi Di Sarro (RM), Galleria 9colonne (BO) , Banca Popolare di Milano (RM) ecc.). Ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia e all’estero ( Mart di Trento e Rovereto, Raiffeisentral Bank di Vienna, Palazzo delle Esposizioni Roma , El Paso di Barcellona ecc.) . La sua opera " Frammenti
di scrittura " è presente nella collezione permanente del MART ( Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto ).
Ha collaborato come restauratrice con la Sovrintendenza dei Beni Culturali per il restauro di chiese e palazzi romani ( S.Giovanni in Laterano, S.Salvatore in Lauro, Palazzo Fiano, Tempio di Apollo Sosiano, Monastero di S.Chiara , Palazzo Brancaccio ecc.) Collabora inoltre da diversi anni con vari centri di arredamento e con studi di Architettura d’interni . Ha tenuto corsi di scultura come arte-terapeuta al Cim di Frascati.
“…nella sua “pittoscultura” i materiali di recupero sono divenuti predominanti. Trucioli metallici, molle di materasso, trash domestico o urbano. Si può notare anche un frequente uso del tondino di ferro in ruolo di ossatura sulla quale si combinano o da cui pendono le zone cromatiche affidate a elementi lignei. Ma in molti casi anche il colore è scomparso. Con strisce di leggera o fitta rete metallica crea delle figure, quasi il recupero di una millenaria consuetudine tessile femminile. Le forme nascono dall’avvolgimento solidificando nel segno della continuità la traccia del gesto suscitatore. In alcuni grandi lavori anche quel tessile metallico scompare per lasciare solo il segno creato dal filo di ferro,un vasto groviglio nero, un opzione grafica spostata nella terza dimensione. Concretezza contro virtualità,vuoto reale contro pieno simulato. Da qui il passaggio verso materiali ancora più concreti come cemento,sabbia e resine…” ( Mirella Bentivoglio)